Rebiennale nasce molti anni fa come pratica comune di un collettivo di giovani creativi veneziani che trovano nei materiali naturali e nel riciclo una meravigliosa risorsa per rigenerare gli spazi nutilizzati della città e per realizzare, con il coinvolgimento degli abitanti, arredi urbani e installazioni a basso impatto ambientale.
Nel 2008 la pratica comune si trasforma in un progetto articolato: in collaborazione con i curatori Aaron Betsky ed Emiliano Gandolfi, Iuav ed alcuni collettivi di architetti invitati alla XI edizione della Biennale stessa, viene avviato un percorso sperimentale di studio del ciclo di vita dei padiglioni e delle possibili strategie di riutilizzo dei materiali.
Sino ad oggi Rebiennale ha coinvolto padiglioni nazionali, istituti culturali, fondazioni ed universitari di tutto il mondo, viene riconosciuta dallo IUAV come esperienza autoformativa in cui gli studenti possono maturare crediti didattici partecipando attivamente ad un’esperienza sia teorica che pratica sul territorio veneziano.
La possibilità di risparmiare sugli enormi costi di smaltimento, di sperimentare e partecipare il riutilizzo delle proprie “opere” -come delle proprie idee-, ha incuriosito e coinvolto molti curatori e professionisti del settore; un maggiore riuso, oltre che tradursi in un ambiente più pulito, ha soprattutto consentito la realizzazione di numerosi progetti sociali di autocostruzione, pubblici e no-profit, coinvolgendo così reti cittadine ed associazioni di volontariato, in cui ognuno ha potuto in qualche modo condividere il proprio saper fare, per la cura della città.
L’enorme volume di scarto può diventare quindi una risorsa e la sfida è ottenere un processo a rifiuto zero. Per raggiungere questo obiettivo è necessario però pianificare il riuso sin dalle prime fasi della mostra, per cui vi invitiamo a partecipare a:
CALL FOR SECOND LIFE
- Dichiara la disponibilità dei materiali sin dall’inizio della mostra!
Questa scelta può facilitare la ricerca della “second life” e la progettazione del riutilizzo.
I dati raccolti verranno infatti condivisi al pubblico attraverso una ‘call’ sociale: l’obiettivo è ridurre al minimo i costi di trasporto ed evitare, alla fine della mostra, il costoso immagazzinamento dei materiali in attesa di una loro collocazione definitiva.
E’ prevista la collaborazione con reti cittadine, istituzioni, scuole ed associazioni di volontariato, dalla semplice condivisione dei materiali alla compartecipazione progettuale delle future fasi costruttive. - Partecipa alla ricerca/ analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment)
Curatori ed artisti non solo offrono i propri materiali ma collaborano con il nostro team (attraverso workshops/crediti formativi per studenti universitari) fornendo tutte le informazioni necessarie a calcolare l’impatto ambientale dell’installazione.
Una maggiore conoscenza del processo costruttivo aiuta la comprensione dei punti deboli della catena ed accresce la cultura della sostenibilità rappresentando un esempio di metodo per le edizioni future. - Smontaggio, smaltimento dei residui e riuso Materiali
Il nostro team analizza nel dettaglio i costi di smontaggio, trasporto e smaltimento residuo e si occupa direttamente di tutte le fasi, dall’apertura del cantiere di smontaggio al ripristino dello spazio espositivo allo stato originario. Il disallestimento è un momento delicato in cui è possibile compromettere il futuro riutilizzo dei materiali, soprattutto se viene realizzato frettolosamente e con il solo obiettivo del massimo profitto economico.
L’intervento della nostra squadra tecnica permette di operare su ogni tipo di struttura in maniera professionale ed innovativa, ottenendo il maggior riuso in funzione della “second life”.
Il carattere noprofit di Rebiennale inoltre garantisce una equa redistribuzione delle economie in gioco, utilizzate per creare nuove opportunità lavorative ma anche per sostenere più complessivamente tutte le altre attività di volontariato connesse. - Solo riuso Materiali
Questa è l’opzione in cui viene proposta una donazione ma non è previsto un nostro intervento diretto nella fase degli smontaggi.
In questo caso il riutilizzo può essere verificato soltanto a fine disallestimento, dopo aver valutato lo stato di ‘salute’ dei materiali. Nel caso il volume dei ‘ricicli’ fosse imponente e non dovesse essere disponibile un servizio di ‘consegna a domicilio’, forniremmo un preventivo per il trasporto sino al nostro magazzino più vicino o nel sito della second life.
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