Rebiennale – il Progetto (2008-2009)

Rebiennale comunicati

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Come nasce l’idea del laboratorio Re-Biennale

Molto spesso i grandi eventi culturali come la Biennale di architettura attraversano la città di Venezia in maniera imponente ma difficilmente interagiscono al di fuori del carattere espositivo che le connota. Questo vale tanto per i cittadini (abitanti, studenti, lavoratori) quanto per i professionisti e gli artisti invitati ufficialmente.
Un altro dato importante è il volume di “rifiuti” che costantemente si rileva ad ogni chiusura della mostra: così i materiali utilizzati per le installazioni e le opere stesse concludono il loro oneroso ciclo vitale rappresentando appieno un carattere di insostenibilità ambientale, economica e denotano scarsa attenzione per le risorse attive della città .

Da questa realtà nasce l’idea di riutilizzare quei materiali per un progetto condiviso di rigenerazione urbana: una straordinaria occasione per prendersi cura della città come tessuto complesso di relazioni sociali, funzionali e spaziali che può essere progettato da chi la vive, per esplorarla e studiarla, per lavorare trasformandola in un cantiere di idee e di fatto, per darle il senso che le istituzioni, incapaci di leggere le dinamiche reali e di investire politicamente nell’abitare, non sanno dare.
La creatività della ricerca e l’ibridazione dei linguaggi possono così garantire la ricchezza del disegno urbano e riscoprire l’importanza dei beni comuni oltre il costruito, appunto Commons Beyond Building.

Dai materiali al progetto dei Cantieri Sociali di Autocostruzione

La proposta nasce dalla sperimentazione di autorecupero realizzata dal gruppo veneziano dell’Asc. L’autoproduzione, ciascuno contribuendo con le proprie competenze, materiali e ‘immateriali’, ha permesso in un primo tempo di recuperare unità abitative nei quartieri di edilizia sociale e successivamente di optare per una ‘riconversione’ culturale e produttiva di aree abbandonate, dai giardini e gli orti agli edifici, dai campi o cortili alla spiaggia-presidio a ridosso dei cantieri del MoSe. Questo ha permesso di utilizzare meglio le risorse della città ed ha creato i presupposti per un progetto ergonomico che prospetta soluzioni nel rispetto dell’eco-sistema sociale e dell’habitat territoriale sfruttando il social networks già disponibile.
Esiste quindi una prima mappatura di luoghi che ambirebbero ad una dimensione comune, luoghi disponibili ad un percorso progettuale e di cantiere-scuola condivisi.
L’obiettivo è quello di invertire la tendenza del progetto di architettura e, partendo dai materiali di recupero, attraverso un meccanismo virtuoso in cui entrano in gioco cittadini, studenti, istituzioni (IUAV e Biennale), gruppi di artisti ed architetti internazionali, con-correre al processo di rigenerazione di uno o più spazi urbani individuati.

15 Novembre/28 Novembre – Sopralluoghi

A partire dai padiglioni coinvolti nel progetto, gli studenti analizzeranno i relativi spazi espositivi elaborando delle schede tecniche di catalogazione e di valutazione dei materiali utilizzati che saranno poi la base di partenza dei successivi progetti di autocostruzione.
Questa ricerca è finalizzata a definire le caratteristiche proprie delle materie prime e il loro ciclo di produzione con relativo impatto ambientale, le tecniche costruttive per la messa in opera dei padiglioni nonché il processo di produzione e smaltimento rifiuti che segue lo smontaggio di fine esposizione, lo scopo è quello di delineare gli effetti economici e sociali del processo di realizzazione dell’evento sulla città di Venezia.
In queste prime due settimane, partendo da un momento di confronto, gli studenti lavoreranno al rilievo ed alla compilazione delle schede, in parte all’interno della biennale, affiancati da figure professionali, ed in parte in completa autonomia con la libertà di approfondire e valorizzare gli argomenti guida secondo le loro capacità e conoscenze per gruppo di affinità o sensibilità.
Sono previsti inoltre degli incontri in forma seminariale con i collettivi di architetti che presenteranno agli studenti le loro esperienze professionali nel campo dell’autocostruzione, del riciclo e del riuso dei materiali. In questa fase verranno richiesti schizzi, idee, suggestioni che andranno ad arricchire ulteriormente il lavoro progettuale delle settimane successive.
I sopralluoghi si concluderanno con la raccolta di tutte le ricerche svolte in un unico elaborato grafico di sintesi ed una mostra collettiva delle tracce progettuali. I diversi supporti saranno utilizzati per la la redazione di un inventario di materiali necessari all’evoluzione e sviluppo dei progetti.

29 Novembre/15 Dicembre – Trasformazioni

Questa parte servirà allo scambio produttivo con le reti di abitanti entrando così in contatto con la “committenza sociale (commons)” alla quale sarà destinata la progettazione e l’autocostruzione.
La rete presenterà gli spazi inizialmente individuati a partire da un’indagine (storica e socio-economica) e con il supporto tecnico e analitico di antropologi, sociologi e filosofi, oltre che l’appoggio dei rappresentanti dell’amministrazione del Comune di Venezia, verranno analizzate le specifiche ipotesi di intervento e le relative problematiche urbanistiche in relazione alla composizione sociale degli spazi di intervento.
I conseguenti tempi per portare a termine i processi costruttivi saranno frutto dell’interazione tra i Commons e le differenti strutture amministrative grazie ad una permanente verifica della relazione attiva tra abitanti, studenti, professionisti e interlocutori della governance cittadina.
In base al risultato di questo importante aspetto relazionale del laboratorio con la città, si determinerà una scala di interventi a breve, medio e lungo termine; si individueranno quindi i luoghi in cui intervenire con azioni di autocostruzione.
In una serie di incontri in date da coordinare anche con i docenti, gli studenti con i gruppi di progettisti si confronteranno sui temi condivisi che emergono con maggior forza nel percorso di ricerca per la rielaborazione creativa delle forme e degli usi per i materiali di scarto.
La costruzione di un manufatto (auto-costruzione a cura del laboratorio con la partecipazione attiva degli studenti) a partire dai molteplici e inaspettati usi di uno spazio comune concluderà la formazione.

 

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