GIOVEDì 10 APRILE
ORE 19
DJ SET BY STAB FINGER
>>>in collaborazione con Nero di Seppia
Open#6 parte con un incontro pubblico lo scorso ottobre. E’ un appuntamento aperto a tutti i produttori culturali della città, senza limiti di età o disciplina: artisti, designers, architetti, organizzatori, videomaker, studenti, ecc.
L’idea è quella di costruire una mostra che, da un lato, indaghi Venezia (città-vetrina per l’art world ma anche luogo di vita quotidiana per molti di noi) e dall’altro superi la classica divisione di ruoli. Dunque non aspettatevi un curatore che seleziona un gruppo di artisti, piuttosto si procede attraverso assemblee settimanali che si svolgono al Sale. Durante i primi incontri vengono individuate alcune keywords (ambiente, abitare, formazione, relazioni, lavoro e produzione culturale) che diverranno i nodi tematici intorno a cui il lavoro verrà sviluppato. Il passo successivo è quello di immaginare una serie di “derive” cittadine: un attraversamento che individua le relazioni tra arte e brand a Venezia, un’esplorazione in barca alla scoperta delle isole dimenticate della Laguna, una passeggiata tra le “casette” occupate alla Giudecca e una serie di interviste sul rapporto tra residenti e turisti in città.
Open#6 si sviluppa anche grazie a momenti seminariali, il “gruppo ambiente” organizza due incontri sul tema della laguna a cui partecipano attivisti, scienziati, artisti, urbanisti e architetti.
Nella terza fase il Sale diventa il luogo fisico di produzione delle opere e dell’allestimento, sia le prime che il secondo vengono in gran parte realizzate a partire da materiali riutilizzati grazie al progetto ReBiennale.
La fase successiva, ma non finale, è ovviamente quella della apertura della mostra.
Open è, prima di tutto, un momento in cui il Sale intende aprirsi ai produttori culturali presenti in città. La partecipazione è intesa non come retorica, ma come chiave per trasformare il modello istituzionale di lavoro culturale, dequalificante e gerarchico. Open è forse una meta-mostra, una decostruzione del dispositivo, ma è anche un tentativo di mettere in pratica l’arte quale seria forma di critica sociale, facendo sì che questa stessa critica non venga catturata dall’apparato neoliberista delle industrie culturali.
Open è una bella mostra? Brutta? Professionale? C’è un chiaro impianto curatoriale? Ognuno potrà dare la propria risposta. A noi interessa soprattutto che Open sia utile per riflettere sui parametri del giudizio critico e magari per riaprire, ancora una volta, il dibattito sulla funzione di questa cosa che continuiamo a chiamare arte.
La mostra rimarrà aperta
dal’11/04 al 11/05
dal giovedì alla domenica
dalle 15 alle 19
http://progetto-open6.tumblr.com/
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