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Venezia – Si scrive autonomia si legge partecipazione

Rebiennale comunicati

Assemblea Sociale per la Casa di Venezia: tra pratiche di autogoverno, collaborazioni internazionali e nuovi progetti per il recupero di case. Sabato 28 Maggio ore 17.00 alle Casette (Giudecca)

Verso la fine degli anni ‘80 gli indigeni insorgenti del Chiapas imbracciavano le armi e presidiavano i villaggi dichiarando l’autonomia dal governo centrale rivendicando Terra e Libertà. Il movimento si organizzava per gestire il territorio. Venivano definiti i MAR (Municipio Autonomo Rebelde), all’interno dei quali venivano amministrati l’economia, la giustizia, l’educazione, la sanità e la prima forma di autodifesa.

Contemporaneamente, dall’altra parte del mondo, Abdullah Ocalan cominciava un’intima corrispondenza con M.Boockchin, padre spirituale dell’eco-anarchismo e del municipalismo, la cui amicizia portò il militante del PKK ad abbandonare l’idea di uno stato nazione del Kurdistan per un pensiero non più rivolto alla presa del palazzo d’inverno ma ad una forma di autogoverno basato sull’autonomia territoriale e sulle assemblee popolari. Questo pensiero diventa realtà durante la guerra civile siriana dove, sotto il nome di Confederalismo Democratico, le comunità curde-siriane della Rojava si organizzano in maniera egualitaria e comunitarista.

Questi esempi delineano alcune caratteristiche peculiari del principio dell’autonomia e cioè che prima di tutto è un valore da conquistare dal basso che non può essere imposto dall’alto ma che trova fondamento nella pratica del quotidiano, nella vita di ogni giorno e che si declina a partire da una forte presa di coscienza individuale e collettiva e che definisce il proprio spazio d’azione a partire proprio dai luoghi del vissuto, dalla casa al quartiere, dagli spazi dediti allo svago ai luoghi di lavoro. La seconda considerazione immediata è che l’autonomia è tollerante, aperta, condivisibile, inclusiva e quindi traducibile nei principi di antifascismo, antirazzismo e antisessismo.

Come Assemblea Sociale per la Casa abbiamo da tempo intrapreso un percorso che guarda a questa direzione trovando nei quartieri dove abbiamo occupato decine di case lo spazio dove e attraverso il quale esercitare il principio della condivisione, del confronto e della partecipazione.

È al quartiere delle Casette in Giudecca, per esempio, che la pratica del confronto quotidiano tra gli abitanti occupanti e asegnatari ha portato alla realizzazione di diverse iniziative di incontro e di svago, di approfondimento e di studio ma anche di lotta. Dalle giornate di costruzione di panchine, tavoli e sedie alla realizzazione del gazebo, oggi luogo d’incontro tra gli abitanti del quartiere, fino alla presa a cura dello spazio verde comune per non parlare dei picchetti anti-sfratto e alle assemblee di zona; tutti esempi di auto-rganizzazione e pratiche di auto-governo che l’ASC sviluppa con e nel quartiere.

Non è nuova la collaborazione che l’Assemblea Sociale per la Casa ha avuto con il progetto Re-biennale il quale, lavorando per il recupero e il riuso dei materiali di scarto della Biennale di Venezia, ha da sempre contribuito al restauro delle abitazioni occupate. Vecchi bancali si sono trasformati in panche, travi e pannelli di legno sono diventati soppalchi, banconi da cucina, tavoli, sedie, espositori, mensole, porte, mobili fino a esempi eccellenti e virtuosi di recupero e costruzione come la casa ASC interamente intonacata in terra cruda in zona San Piero di Castello.

È ed proprio a partire da queste pratiche, al recupero piuttosto che allo sperpero, alla partecipazione piuttosto che alla delega, al vivere il quartiere piuttosto che la sola e propria casa, che nasce l’interesse di Rural Studio (programma universitario della Scuola di Architettura della Auburn University in Alabama) verso l’ASC e in particolare alla quartiere delle Casette.

Rural Studio è un programma che sviluppa progetti etici a impatto 0 con materiali biodinamici, di riciclo e a scopo sociale, che ha deciso di finanziare con materiali edilizi il restauro di una casa ASC nel quartiere delle Casette e di usare parte del materiale adibito al restauro come istallazione alla Biennale di Venezia.

L’ASC e Re-Biennale si assumeranno il compito di dirigere e progettare il restauro virtuoso dimostrando ancora una volta l’inefficienza delle politiche di gestione e amministrazione del patrimonio immobiliare pubblico, dall’ATER al Comune, dalla Regione al Governo italiano. Le case ci sono e anche se abbandonate possono essere date alle famiglie e alle persone che in cambio dell’affitto possono restaurarle e renderle abitabili, il tutto assolutamente a costo 0 per la comunità grazie alle pratiche e ai meccanismi di partecipazione e solidarietà.

L’ASC lo sta dimostrando.

Sabato 28 Maggio ore 17.00 vi aspettiamo alle Casette (Giudecca) per parlare insieme di questo progetto, in compagnia degli architetti di Rural Studio, con buffet intrattenimento e altre sorprese…

Assemblea Sociale per la Casa

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